le mie foto sono piatte, piane, appiattite, bidimensionali. sono mosse, sfuocate, stralunate, come colpite da un battito e portate via con me. sono foto di riflesso, immediate, intraviste, a volte davvero riflesse. sono scattate attraversando situazioni e superfici, altre sono solamente scritte, altre ancora mancate. e poi ci sono i pali, e la gente che lavora o semplicemente sta lì, e io. assolutamente a colori. per ora.

martedì 21 giugno 2011


questa è la foto che fa da copertina al progetto che mi è stato appena pubblicato, dopo essere stato approvato, su hydeparkphotography: si tratta di una selezione di riflessi urbani, ancor più ristretta di quella fatta per la pagina ad essi dedicata del blog, fra i molti fatti in questi anni.

il progetto urban reflections/riflessi urbani, uno dei tanti (forse troppi?) fra quelli che porto più o meno avanti, è nato perchè riguardando delle foto antiche (nel senso di scattate da me tanto tempo fa) ne ho scoperta una, di riflessi appunto, che mi affascinava: allora mi son detta, perchè no?

poi immediatamente dopo è arrivato il perchè si? cioè perchè i miei "riflessi urbani" dovrebbero avere un senso per qualcuno, oltre a me?

ecco il fatto che hydeparkphotography abbia deciso di pubblicarli e che edit benet si sia presa la briga di presentarne un'altra selezione su photografarté mi fa dire che forse un senso ce l'hanno. ma è proprio così?  insomma quanto vale l'approvazione degli altri nel giudizio sul nostro lavoro? quanto il riconoscimento aiuta e quanto condiziona?

in attesa di risolvere sti dubbi che forse lasciano il tempo che trovano, ringrazio edit benet dell'energia regalatami in questa ed altre occasioni; che sia di parte?

2 commenti:

Edit Benet ha detto...

@... che siano di parte? @
Forse che SI' forse che NO... !!!

Sicuramente io lo sono quando incontro qualcosa di particolare, inusuale che mi accompagna verso il sentiero percorso da altri... ed altrettanto sicuramente non lo sono, come dire... per affiliazione...?

paolacorti ha detto...

aggiungo un grazie allora